Carlo Cracco sposa il cortese di Gavi

Anche il grande chef italiano, ospite della manifestazione «Di Gavi in Gavi», riconosce il grande valore del vino bianco piemontese per eccellenza suggerendo un abbinamento con uno dei suoi cavalli di battaglia: l’uovo, “la firma” di chef Cracco.

È celebre, infatti, il suo tuorlo croccante o anche quello marinato con una fonduta leggera di parmigiano. «Se penso al Gavi, penso al connubio tra vento marino, un po’ sapido, e l’aria pulita del paese e di queste colline” – spiega – “quindi propongo un piatto che abbia entrambe le caratteristiche, la sapidità e la dolcezza, un contrasto dove il vino si inserisce ottimamente: l’uovo ha una parte grassa, una magra, e un’altra che lavorerei valorizzando le sfumature marine appunto. E così il Gavi diventa una scelta naturale, quasi obbligata”.

ll “Gavi” è storicamente presente sulle tavole del Nord Ovest, ma ormai ben più di un occhio è rivolto all’estero: negli ultimi dieci anni gli ettari coltivati a cortese di Gavi nella zona sono aumentati del 41%, da 1.076 a 1.510, mentre la produzione di vino è passata dagli 8 milioni di bottiglie del 2015 ai 13 milioni nel 2016, di cui più dell’85 per cento dedicato all’export.

Ecco perché l’obiettivo dell’edizione 2017 di «Di Gavi in Gavi», intitolata “Destinazione Gavi”, era quello di mostrare quanto il territorio del basso alessandrino sappia offrire dal punto di vista enogastronomico e culturale.